
Immaginate di andare su di un tandem, una di quelle bici che si guidano in due. E immaginate che quello davanti a voi continui a ripetervi che siamo in salita, che c’è da fare uno sforzo in più, che dovete stringere i denti e pedalare più forte.
Immaginate poi di scoprire che questo compagno di viaggio, che si rifiuta sistematicamente di passarvi la borraccia, in realtà non stia pedalando. A voi chiede di fare uno sforzo in più per affrontare la salita, ma lui non solo si rifiuta di aiutarvi passandovi la borraccia, ma evita di fare la sua parte pedalando a sua volta.

Avrete capito l’allegoria. Quelli dietro a pedalare siamo noi, chi guida il tandem è il ceto politico e la classe dirigente. E la salita è la pandemia.
Oggi a Barcellona si tornano a limitare libertà personali e vita sociale. In pratica, con la chiusura di bar e ristoranti, la sola cosa che ci resterà da fare nelle prossime settimane è stare in casa fino a sei persone. Nel frattempo la gente resta senza lavoro, chi lavora viene spinto a farlo da casa con tutte le difficoltà che la cosa comporta, e chi non può restare a casa viene esposto ai contagi perché alle imprese non hanno imposto di implementare misure di sicurezza.
Ci tocca pedaleare, ma né lo stato né la Generalitat de Catalunya sembrano intenzionati a “passarci la borraccia”, perché a parte qualche agevolazione qua e là, la gente viene sostanzialmente abbandonata ad affrontare le conseguenze della crisi da sola. Si sgomberano case, le cassaintegrazioni non arrivano, e buonanotte a Ursula von der Leyen e al suo “Next Generation Europe”.
Ma non è solo questo, perché chi guida il tandem non sta neanche pedalando. Da ieri il personale sanitario e i medici di guardia sono in sciopero perché sotto organico e in affanno nella gestione della pandemia, segno inequivocabile che tante promesse di potenziamento del sistema sanitario sono rimaste tra le sale stampa e l’inchiostro dei giornali.
Quel compagno di viaggio continua però a urlarci addosso, dicendo che vanno fatti degli sforzi in più e accusandoci di non capire quanto sia pendente questa salita. Ovvero quanto grave sia questa situazione. Da giorni, TV3 non fa che raccogliere testimonianze di medici ospedalieri pronti a giurare che i contagi sono risaliti perché “la gente non mette la mascherina quando sta al tavolo del bar”, a causa della movida dei giovani o della gente che se ne va alla casa al mare. Affermazioni prive di dimostrazione alcuna, esattamente come il matra che viene ripetuto su quanto la riapertura delle scuole (l’unico vero cambiamento di vita sociale delle ultime settimane) non c’entri ASSOLUTAMENTE con la ripresa dei contagi.
E allora, noi siamo lì dietro che pedaliamo come degli stronzi, senza acqua da bere e tormentati dal paternalismo del governo e dai rantoli dei fan delle “responsabilità collettive”, ovvero i tanti moralizzatori del cazzo che continuano a ricordarci che la responsabilità di tutto questo è sempre e solo la nostra.
Per carità, a pedalare pedaliamo. Però capite perché siamo tanto incazzati?